Come si racconta la storia di un profumo attraverso il packaging? Filippo Sorcinelli, artista e imprenditore, ce lo ha spiegato bene nella conferenza “Dall’idea creativa alla produzione: la sfida di trasformare un concetto artistico in realtà”, durante Packaging Première & PCD Milan 2025.
Il sapore rovinoso del lusso
Per Sorcinelli, la creazione nasce sempre da un’intuizione che si traduce in esperienza sensoriale: la vista anticipa l’olfatto e il tatto completa la narrazione. “Quando l’occhio è contento, siamo già oltre la metà dell’opera”, ha giustamente condiviso. Il packaging non è semplice contenitore, ma la prima espressione di un linguaggio sensoriale che prepara l’incontro con il prodotto.
Le origini di questo approccio risalgono al suo atelier di paramenti sacri, dove ogni creazione prende forma attraverso il contatto manuale con la materia. Da questa esperienza Sorcinelli ha modulato e mantenuto un criterio artigianale, che oggi si riflette in ogni dettaglio dei suoi progetti olfattivi. La sua ricerca unisce artigianato e industria, intuizione e processo. Materiali non convenzionali – dal marmo alla juta, dalle fascette serracavi ai chiodi e alle stoffe – vengono esplorati e trasformati in segni visivi e tattili. È un equilibrio dinamico tra libertà creativa e vincoli produttivi, che esprime la possibilità di far dialogare l’artigiano e l’imprenditore all’interno della stessa visione.
Photo Courtesy of Filippo Sorcinelli
Durante la conferenza, il pubblico ha potuto osservare da vicino i packaging delle fragranze firmate Sorcinelli, apprezzandone la forte componente materica e la cura dei dettagli manuali: ogni packaging è necessariamente imperfetto. È ciò che Sorcinelli definisce “il sapore rovinoso del lusso”: un’estetica che accetta la trasformazione, l’usura e la traccia del gesto umano come parte del valore stesso dell’oggetto. Un lusso che non cerca la perfezione, ma la vita – restituendo al packaging la capacità di veicolare pensiero, educazione e cultura.
Fonte: Selfridges
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