Entra nell’Encrypted World: l’Art-Gallery di Packaging Première & PCD Milan 2024 dedicata all’arte digitale.

Ogni anno Packaging Première & PCD Milan allestisce una galleria d’arte all’ingresso della fiera per celebrare il legame tra design, arte e packaging. Nel 2024 l’Art-Gallery è dedicata all’arte digitale.

Nell’Art-Gallery di Packaging Première & PCD Milan 2024 è possibile scoprire le opere realizzate da alcuni studenti dell’Accademia Aldo Galli di Como e dell’Accademia SantaGiulia di Brescia, in cui l’artista Vincenzo Marsiglia – ideatore del progetto – insegna.

Il progetto

Per la realizzazione del progetto NFT sarà coinvolta la nuova piattaforma italiana Openverse,­ dove tutte le opere digitali verranno inserite nel mondo della crypto.

L’installazione delle opere saranno tutte su schermo in verticale e con un allestimento particolare creato con delle pareti che creeranno delle diagonali per permettere una visione più amplia del progetto, questa è la nuova modalità di fruizione dell’arte digitale, sarà creato un colore che possa ricordare il mondo nft e del packaging, per poter donare eleganza e immersione quindi un tutt’uno con la pavimentazione e le pareti.

Ogni studente ha realizzato la propria opera secondo la sua espressione artistica con le sue tematiche proprio per poter dare ampio respiro alla creatività personale, quindi senza un tema, perché in questo modo si arriva alla pura espressione artistica digitale.

Scopri le opere e conosci gli artisti

 Zerbrechliche Harmonie – L’opera di Alexa Baldessari

In Zerbrechliche Harmonie rappresento l’intreccio tra natura e uomo, e il suo atteggiamento verso di essa. La natura è da secoli il più grande tesoro dell’umanità, ma l’uomo, pur facendo parte di essa, può diventare il suo peggior nemico sfruttandola e conducendola alla distruzione. L’opera raffigura una donna nuda in posizione fetale tra le montagne, con un teschio di mucca sulle spalle, nell’incarnazione del sostenimento del destino. Una fusione tra due elementi che si dissolvono nella natura stessa.

Alexa Baldessari

Alexa Baldessari nata a Bressanone, Alto Adige, ha studiato al liceo artistico di Bolzano e proseguito all’Accademia di Belle Arti Aldo Galli a Como.
La sua produzione artistica si ispira alle sue radici altoatesine, una “minoranza” culturale in Italia. Questo ha amplificato il suo interesse per altre realtà, nell’apprezzamento di culture diverse. Attraverso vari media e materiali esplora le tradizioni e le usanze dei territori. Lavora a cicli che racchiudono diverse etnie, creando un’esperienza sensoriale.

Memories – L’opera di Alice Scaglia

Con il programma “Neural Blender” sono andata a creare una serie di immagini che riportano all’infanzia, anche con significati personali, ma come la mente visualizzerebbe questi ricordi: distorti. Le immagini vengono fatte scorrere all’interno di una mia foto senza volto, ad indicare i ricordi che scorrono nella mente, e all’interno delle mie mani, perché riportano alle mie esperienze. Il tutto viene accompagnato da suoni che cambiano a seconda del ricordo (bambini che ridono, ecc.).

Alice Scaglia

Mi chiamo Alice Scaglia e sono nata il 14 luglio del 2001, a Brescia.

Sin da piccola sono sempre stata piena di immaginazione e l’arte è un modo per esprimere questa mia creatività liberamente. In tutti i miei progetti tendo a riversare le mie emozioni, una parte di me stessa che considero molto importante, non solo per sentirmi connessa con il mio lavoro, ma anche con le persone che avranno modo, eventualmente, di vedere la mia arte.

What I saw, what the machine sees – L’opera di Andrea Olgiati

In questo progetto denominato What I saw, what the machine sees ho inglobato un’opera nell’altra. La prima, ormai fagocitata, realizzata con i metodi convenzionali del disegno; la copia dal vero, il chiaroscuro ed i supporti visivi. Realizzata a fusaggine su tela, rappresenta una natura morta, un frutto particolare presente in diversi periodi della storia dell’arte, una semplice banana. Questo dipinto è poi stato digitalizzato e data in pasto ad un sistema di IA ed utilizzato come matrice, svelandone aspetti fantasmatici, distorti, imprevisti.

Andrea Olgiati

Andrea Olgiati è nato nel 1987 a Locarno. Si diploma molto giovane come fumettista e illustratore a Firenze e in seguito a Milano. Consegue nel 2023 un Bachelor in pittura e Linguaggi Visivi all’Accademia di Belle Arti di Como. Lavora da più di un decennio nell’ambito del disegno, della pubblicità e dell’insegnamento artistico in Svizzera e all’estero. La sua ricerca si estende parallelamente tra la riscoperta di tecniche pittoriche classiche e la narrativa applicata ai problemi del contemporaneo. Attualmente si dedica all’insegnamento e al coordinamento della Scuola d’Arte Mimesi di Locarno.

Rebirth – L’opera di Angelica Zamblera

Il tentativo era riprendere il concetto del progetto fotografico realizzato nel 2022, dove il tema centrale era la fragilità, cercando un superamento di esso quasi come una rinascita della mia persona così come nell’immagine.

“Prima di rialzarsi bisogna toccare il fondo”.

Questo concetto mi ha fatto immaginare uno scenario in cui il bianco e il nero la fanno da padrone, creando però molte sfumature di grigio.

Il risultato è l’essenza dell’immagine, portata anche alla massima estremizzazione dell’essere.

Fluidità di segno in contrasto con la trama terrosa e frastagliata presente negli scatti;

Effetto dato dal filtro fluidifica, riducendo o ampliando il pennello si possono ottenere molteplici risultati.

Angelica Zamblera

Angelica Zamblera, nata a Brescia il 24 settembre 2002, ma da sempre cresciuta sul suolo bergamasco nel paese di Zandobbio, circondato da verdi boschi e dettato da un clima sereno, ma dedito al lavoro.

È studentessa di pittura all’accademia Santa Giulia di Brescia, dove prosegue gli studi di specializzazione iniziati con il liceo artistico Andrea Fantoni di Bergamo nell’indirizzo di arti figurative.

La ricerca artistica attuale si basa sul contemporaneo e le sue tendenze alla mercificazione e all’idealizzazione di oggetti e/o persone, inserendo anche una linea dedicata unicamente al lavoro più personale sul corpo come nel caso di Rebirth e il precedente lavoro fotografico Fragility del 2022.

Do You Know Who You Are? – L’opera di Anna Carola Aristo

L’opera esplora la costruzione dell’identità plasmata dalle interazioni con il mondo. Il volto si forma attraverso linee d’esperienza, ma quando si fluidifica e il video si inverte inizia un viaggio metaforico alla scoperta della propria essenza. Invita alla riflessione sulla complessità dell’identità e sull’interazione tra influenze esterne e individualità, mettendo in discussione le maschere. Un battito risuona con gli aspetti emotivi ed esistenziali dell’opera creando un’esperienza sensoriale avvincente.

Anna Carola Aristo

Nata in una cittadina di montagna e con una formazione scientifica, giunge nel 2019 alle porte dell’Accademia. La sua arte si addentra nei reami della contemplazione e della riflessione sulla profonda interconnessione della vita. Animali, natura e l’esperienza umana sono motivi ricorrenti in un dialogo sulla bellezza e fragilità dell’esistenza, è un’esplorazione visiva dell’intricata danza tra l’uomo e ciò che lo circonda, una celebrazione della vita e dei profondi misteri che ci circondano.

Falena 2.0 – L’opera di Bruna Stefania Benzoni

L’opera “Falena 2.0” vuole simboleggiare la fragilità della vita umana che con un battito d’ali può sparire, cadere nel vuoto restando avvolta dal nulla, accompagnata solo da un silenzio assordante. L’immagine che si vede, apparentemente astratta, è un frammento di questa falena che si crea col tempo, un tempo scandito da battiti che alternano il rumore di milioni di lepidotteri con il silenzio, la vita con la morte.

Bruna Stefania Benzoni

Bruna Stefania Benzoni nasce il 31 Maggio 2000 in provincia di Brescia. Fin da piccola mostra un certo interesse nei confronti dell’arte. Purtroppo però, come spesso accade, accantona la sua passione per il disegno e decide di frequentare per cinque anni una scuola professionale prima di capire che ovviamente non fosse la sua strada.

Tra alti e bassi, termina gli studi nel 2019 e finalmente si dedica a qualcosa che le interessa veramente: si iscrive all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia, per coltivare il sogno lasciato nel cassetto per molti anni. Qui approfondisce tecniche di disegno come la sanguigna e la pittura a olio, ma impara anche importanti nozioni di storia dell’arte. A causa del Covid non riesce ad arricchire le sue conoscenze come vorrebbe ma non si dà per vinta. Il 5 Ottobre 2022 consegue la laurea triennale in pittura e scultura. Dopo poco più di una settimana riprende nuovamente gli studi, Interior Design sempre presso Santa Giulia, desiderosa di ampliare le sue conoscenze.

A Marzo 2023 partecipa alla mostra “Digital Attitude” nella sede della Var Group di Milano.

Autoritratto n. 2 – L’opera di Carlotta Bontempi
L’opera selezionata è Autoritratto n. 2 che si inserisce in un progetto di sei opere (tre autoritratti, ciascuno con la rispettiva astrazione) ed un video che racconta tale processo. L’obiettivo è quello di rappresentare il mutamento interiore provocato dal tempo, attraverso il disfacimento dei volti fino all’annullamento dell’immagine stessa, che ritorna ad una fase primordiale, ad una tela bianca che attende di assumere una nuova forma. 

Carlotta Bontempi

Carlotta Bontempi nasce il 28 novembre del 1995 a Brescia.

La sua ricerca artistica affonda le radici nell’esigenza di rendere visibili quei meccanismi intestini che muovono il suo agire ed il suo pensiero, riuscendo in tal modo a circoscriverli, comprenderli e – con l’atto di definirli – arginarne l’intensità emotiva.

Questa necessità include una grande varietà nella scelta delle tecniche, con una predilezione per quelle capaci di riflettere su se stesse l’azione trasformativa del tempo. 

Orologino – L’opera di Chiara Sandrini

L’opera “Orologino” fa parte del trittico “Ricordi cuciti” (2022) ed è il risultato dell’unione fra il ricamo e il digitale. Nell’immagine è raffigurato un oggetto avuto in regalo dal nonno materno, cioè un piccolo orologio dorato. Partendo dalla fotografia, l’immagine è stata trasformata tramite un filtro che l’ha scomposta in una trama geometrica a triangoli, che rendono difficile il riconoscimento del soggetto. Successivamente, ad ogni triangolo è stata sovrapposta una texture di ricamo, creata manualmente con un sottile filo di lana cucito su una tela da pittura, fotografata e lavorata digitalmente per cambiarle colore. Tutto ciò rappresenta il dolce ricordo di una persona cara che non c’è più, doloroso e caotico come i triangoli, ma caldo e soffice come la lana.

Chiara Sandrini

Chiara Sandrini nasce il 16 settembre del 2000 a Brescia. Cresce fra matite colorate e pennarelli, che la aiutano ad esprimere ciò che a parole non è mai riuscita a dire, essendo timida e introversa. Frequenta il Liceo Artistico Statale M. Olivieri di Brescia, ottenendo il diploma in Architettura nel 2019. Prosegue poi gli studi all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia, dove affina alcune tecniche pittoriche, come l’olio su tela e l’acquerello su carta e dove consegue la laurea triennale in Pittura (2023). Attualmente frequenta il corso di Illustrazione alla Scuola Internazionale di Comics di Brescia.

Nel 2021 ha partecipato alla mostra “Basta violenza sulle donne” nella città di Chiari (BS) e nel 2023 alla mostra “Digital Attitude” nella sede della Var Group di Milano.

Maravigghia – L’opera di Davide Bertelé

Nell’opera si può vedere la creazione di figure l’una accatastata sull’altra: questi elementi deformi si collegano e sommano fra loro fino al quasi totale oscuramento della scena fuorché qualche piccolo spazio bianco che ricorda delle costellazioni.

L’obiettivo dell’opera è quello di andare oltre il concetto di bello, che non deve essere inteso come uno standard imposto dalla tradizione, bensì come un puro piacere nel godere di forme e colori che influenzano emotivamente e sensitivamente l’osservatore.

Davide Bertelé

Davide Bertelè (1999) vive e lavora a Brescia.

Attualmente frequenta il biennio specialistico dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia a Brescia. Nell’anno accademico 2022/2023 ha frequentato il corso “Elaborazione dell’immagine digitale” del professore Vincenzo Marsiglia, con il quale ha sviluppato anche il progetto “Maravigghia”.

Ha esposto a Brescia al Museo Diocesano, al Bunkervik e nello spazio d’arte Calicanto; a Bergamo ha esposto al Risma11Multifactory. Nel 2019 ha esposto ad un workshop in Tanzania con l’associazione Tovini.

La sua ricerca artistica spazia dalla pittura alla scultura, dalla grafica ad installazioni multimediali. Nei suoi lavori cerca di unire le varie modalità espressive in virtù di una fruizione curiosa e attiva.

Untitled – L’opera di Elisa Benini

La ricerca pittorica dietro all’opera indaga l’interazione tra colore, forma e segno. Si tratta di un lavoro prodotto in digitale, con l’intenzione di ricordare le opere ad olio, ma attraverso l’impiego della penna digitale e del programma ProCreate: l’opera ha espresso vitalità. L’idea si basa sull’espressione del movimento e del dinamismo di forme e segno, che unisce l’attenzione e la sensibilità al colore con linee marcate, scure e senza direzioni precise. La volontà sta nella reinterpretazione della natura attraverso i colori e nell’espressione di un’emozione umana provata davanti al paesaggio, che non per forza deve rappresentare un luogo vero e proprio, ma piuttosto la sensazione alla sua vista e l’impatto emotivo che suscita.

Elisa Benini

Nata a Calcinate il 23/07/1999. Vivo a Grumello del Monte e studio all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Presso l’Accademia di Brescia ho avuto modo di frequentare il corso “Elaborazione digitale dell’immagine” a cura di Vincenzo Marsiglia, in cui ho sperimentato con il supporto digitale.

La mia produzione artistica si sofferma sul risultato del segno, della forma e del colore, utilizzando per lo più tecniche ad olio. I dipinti sono una commistione di colori ispirati al mondo naturale e rappresentano i moti dinamici della crescita e dello sviluppo delle piante, concepiti come metafora del ciclo vitale. Le opere rappresentano dei luoghi della memoria e non sono riconducibili a posti reali: sono immagini che suscitano emozioni che si provano attraverso il ricordo.

The Dance Takes Place in the Cyclical Nature of Color – L’opera di Elisa Besozzi

L’opera di pittura digitale nasce dall’idea di una nuova dimensione, dove si generano forme amorfe create da un insieme di movimenti. Il concetto principale è la danza, che dalla coreografia e dalla figura in movimento arriva ad una forma meno definita che genera un soggetto-oggetto, dando una sensazione di geometria plastica. Il passaggio finale è una metamorfosi, dove si va verso il cambiamento tramite una maturazione, passando da forme più semplici per arrivare a forme più complesse. Il ciclo compone un’opera continua, come lo stesso processo che si trova in evoluzione senza arrivare mai ad un effettivo compimento, ma rimanendo in un loop continuo.

Elisa Besozzi

Elisa Besozzi (2001) è laureata all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia nel dipartimento di Arti Visive con indirizzo “Pittura”. Fin da piccola si appassiona all’arte e alla danza che si manifestano nelle sue opere dando luogo a particolari effetti scenografici e sensoriali. Le tematiche di balletto, teatro e cinema, si trovano spesso nei suoi lavori. Attualmente nel suo percorso artistico sta sperimentando l’uso di varie tecniche e tecnologie tra cui la plastilina, la resina epossidica e la pittura digitale. Il concetto centrale è quello di «dare vita» alla pittura per andare ad enfatizzare l’opera grazie all’uso di altri materiali e medium.

Project Exstinctio – Act 0 – L’opera di Elisa Pistoni e Emanuele Andreis

Il video presentato è una riproposizione digitale della precedete opera Project Exstinctio – Act 0.
3 insetti ruotano su loro stessi e appaiono con colori metallici sgargianti. Apparentemente impreziositi, perdono la loro natura repellente diventando ornamenti privi di vita e di veridicità. L’intento è rimarcare quanto la violenza e la disinformazione dilaghino nel quotidiano attraverso un bombardamento di “immagini” che le edulcora e anestetizza, lasciando regnare l’apparenza in un crogiolo dove è difficile distinguere realtà e finzione.

Elisa Pistoni

Elisa Pistoni è un’artista nata l’11 febbraio 2000 a Peschiera del Garda. Consegue nel 2023 la laurea triennale nell’indirizzo di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia. Attualmente studia all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino per concludere il percorso magistrale.
La sua ricerca ruota attorno alla conoscenza di se stessa e della propria emotività. Mantiene un forte legame con l’immagine figurativa del corpo e con l’anatomia, tentando però una fuga dalla stessa attraverso l’aggiunta di materia nei dipinti e il forte gesto segnico.

Emanuele Andreis

Sono nato a Desenzano del Garda il 9 febbraio 2000. Laureato in Scultura nel corso triennale dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, frequento la magistrale di Scultura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Scavare introspettivamente per dare forma, tendenzialmente figurativa, ai tumulti interiori e all’esperienza, fornendo una chiave interpretativa dei fenomeni e del mondo che abitiamo: questa l’estrema sintesi della mia ricerca.

RH-2077 – L’opera di Federica Rovere

Quale sarebbe l’aspetto dei cyborg se esistessero? Cosa proverebbe l’uomo di fronte a tali creature? Queste sono due tra le domande che mi pongo durante la realizzazione dei miei lavori. La mia visione di cyborg è quella di figure apparentemente umane, ma caratterizzate da alcuni aspetti che ne mostrano la loro natura miscelata tra organico ed inorganico. Per realizzare questo dipinto digitale mi sono ispirata all’inespressività dei manichini e alla loro “pelle” di plastica.

Federica Rovere

Nata a Como nel 2002, Federica Rovere è una giovane artista attualmente studentessa dell’accademia di belle arti Aldo Galli di Como. Dopo aver frequentato il liceo artistico Gaudenzio Ferrari di Morbegno, ha deciso di continuare gli studi scegliendo il percorso di Pittura e Linguaggi Visivi. Ha partecipato al premio Aldo Galli del 2022 e del 2023. Ha anche preso parte al progetto “La Grande Bellezza” indetto da Synlab di Como.

Domenica – L’opera di Francesco Salvi

Il lavoro si sviluppa su tre livelli: fotografico, cartaceo ed, infine, digitale.
L’intento è quello di raccontare i posti che amo frequentare, rendendoli riconoscibili, ma anche dando loro un tocco personale, per sottolineare un legame affettivo.
In questo caso ho creato un percorso all’interno del bosco, partendo da una veduta aperta, per poi arrivare a vedere un unico, piccolo particolare. Ho unito alle immagini anche i suoni naturali appartenenti a quei boschi.

Francesco Salvi

Mi chiamo Francesco Salvi, ho 21 anni e attualmente frequento il terzo anno del corso di pittura
all’Accademia SantaGiulia di Brescia, città in cui sono nato ed in cui vivo.
Prima di intraprendere questo percorso formativo ho frequentato un liceo linguistico, ma verso i 17 anni ho iniziato a nutrire un interesse per l’arte, e da quel momento me ne sono innamorato sempre di più. In questi anni ho sviluppato una forte passione per la pittura ad olio e ad acquarello, ma anche per l’illustrazione.

Leggimi – L’opera di Giorgia Gironi

“Leggimi” indaga il ruolo delle microespressioni del volto come rivelazione di un sentire interiore scaturito in risposta a determinate situazioni con cui l’individuo si interfaccia. Questi feedback, prodotti involontariamente dai muscoli mimici, non possono essere impediti o simulati, per cui sono autentici. L’opera si propone di mostrare tramite un’animazione digitale rallentata le manifestazioni di diversi stati d’animo che nella realtà avvengono molto rapidamente.

Giorgia Gironi

Nata a Milano il 25 settembre del 2001, Giorgia attualmente risiede tra Bergamo e Brescia e frequenta il corso di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia. La sua ricerca artistica è fortemente influenzata dagli studi condotti precedentemente presso il liceo delle scienze umane P. Secco Suardo di Bergamo, poiché incentrata principalmente su temi di natura psicologica, con la volontà di esplorare lo spazio mentale dell’uomo, tra stati d’animo, pensieri e atteggiamenti.

See the future – L’opera di Giulia Laurenzi

L’opera parte da un mio scatto fotografico in cui ho voluto fondere l’antico, caratterizzato dalla magia e dal mistero, con il moderno, riportato tramite l’utilizzo dell’elemento video. Quest’ultimo entra a far parte dell’opera come elemento di divinazione, andandosi ad animare mentre il resto dell’opera rimane statico. Il resto della foto rimane sospeso e a tratti fiabesco, anche grazie al soggetto che è ispirato alla figura della strega, in particolare al folklore nord europeo.

Giulia Laurenzi

Giulia Laurenzi nasce in un piccolo paese in provincia di Como. Frequenta il Liceo artistico Ferrari di Morbegno e successivamente prosegue la sua formazione presso l’Accademia di pittura e linguaggi visivi Aldo Galli di Como. Lavora principalmente tramite il media fotografico con cui realizza immagini ispirate allo scenario gotico, dove è spesso presente il tema della mortalità, anche grazie a fondali provenienti da elementi naturalistici o elementi urbex.

Illusion – L’opera di Laura Combini

Illusion è un’opera realizzata con Adobe Photoshop. È l’incontro tra il digitale e il materiale. Le texture dei tessuti sono disposte in modo tale da creare tridimensionalità, l’armatura più leggera è al centro e diventa più pesante verso i lati. Le fotografie sono ordinate rispettando la regola del chiaro scuro, all’interno di un pattern che ripete lo stesso motivo a “S”.

Laura Combini

Laura Combini

Prima di iscrivermi all’accademia ho frequentato il liceo artistico Maffeo Olivieri di Brescia. La passione per l’arte è sempre stata un punto focale nella mia famiglia e nella mia vita. Questa dedizione mi ha portato a sperimentare e creare oltre a quadri anche oggetti di design con il ferro e l’acciaio, un progetto iniziato quest’anno che durerà spero tutta la vita.

PROSOPAGNOSIA – L’opera di Marco Quinzanini

Il loop è composto da frame di ritratti astratti, creati attraverso l’addizione di parti di volti differenti, legati assieme nella produzione di identità nuove. Il titolo allude al deficit omonimo, per cui chi ne soffre ha difficoltà nel riconoscere i volti che incontra finendo per mischiare le identità che conosce. I volti si ripetono velocemente, e pur essendo un numero contato di facce sembra che ogni frame mostri una persona diversa da quelle precedentemente viste.

Marco Quinzanini

Marco Quinzanini (alias Original JNKM), classe 2001; un artista bresciano che conduce una ricerca artistica che si realizza nella produzione di opere che trattano tematiche disparate, dove l’Uomo, il soggetto prediletto, è vittima di una mostrificazione estetica che lo deforma e lo altera.
Si diploma nel 2020 al Liceo artistico Maffeo Olivieri; nel 2023 si laurea nel corso di Pittura presso l’istituto Accademia SantaGiulia a Brescia.
Tuttora continua gli studi presso l’Accademia SantaGiulia.

Serafino – L’opera di Mariasole Gnutti

“II nome Serafini indica chiaramente la loro incessante ed eterna rivoluzione attorno ai Principi Divini” (Dionigi, De coelesti hierarchia). Gnutti ha realizzato una video animazione in loop a partire dalla creazione dell’immagine simbolica del volto di un Angelo attorno al quale ruotano i propri Attributi, nella generazione di un movimento continuo ed ipnotico. Gli elementi dell’opera sono stati realizzati in digitale su Procreate ed Alight Motion. L’audio è ricavato del suono prodotto facendo scorrere un dito sul bordo di un bicchiere di cristallo, in linea con l’idea di circolarità, ripetizione e purezza del tema affrontato.

Mariasole Gnutti

II nome Serafini indica chiaramente la loro incessante ed eterna rivoluzione attorno ai Principi Divini” (Dionigi, De coelesti hierarchia). Gnutti ha realizzato una video animazione in loop a partire dalla creazione dell’immagine simbolica del volto di un Angelo attorno al quale ruotano i propri Attributi, nella generazione di un movimento continuo ed ipnotico. Gli elementi dell’opera sono stati realizzati in digitale su Procreate ed Alight Motion. L’audio è ricavato del suono prodotto facendo scorrere un dito sul bordo di un bicchiere di cristallo, in linea con l’idea di circolarità, ripetizione e purezza del tema affrontato.

Sentimenti – L’opera di Martina Cardillo

“Sentimenti”, l’opera realizzata con la tecnica della monotipia cerca di far riflettere il fruitore a proposito di come le parole e i gesti facciano male, sia all’anima che al corpo. Azioni che ti sporcano e lasciano il segno. Si traducono nell’opera con impronte contaminate di un corpo crudo.

Martina Cardillo

Nata a Brescia il 04/09/2001, Martina attualmente risiede a Brescia e frequenta il corso di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia. La sua ricerca artistica è fortemente influenzata dai sentimenti e dal corpo, esplorati attraverso la pittura, la scultura e l’incisione.

Tra gioco e finzione – L’opera di Michele Maghini

L’opera d’arte sperimentale esplora il capovolgimento dell’idea di conoscenza tra Omero e Platone nella cultura greca risolta “fallimento” della tecnologia digitale. Attraverso riferimenti ai filosofi presocratici, Erodoto e Ippocrate, e il contrasto tra il vedere e il sapere delle cose invisibili, l’opera analizza il tema della vista e della cecità, evidenziato nel mito di Edipo e nelle sirene. Questa indagine tragica e paradossale mette “in gioco” le radici dello scontro tra sapere e vedere.

Michele Maghini

Michele, artista visivo eclettico, sperimenta con fotografia, pittura a olio e software. Polistrumentista e compositore, esplora le connessioni tra suono e colore. Le sue opere spaziano da paesaggi onirici a ritratti intensi. Affine alla musica fin dall’infanzia, grazie all’influenza della famiglia e del nonno materno che lo hanno sin da piccolo abituato in macchina alle cassette di Dire Straits, A.P. Project e Phil Palmer, si dedica a chitarra, pianoforte e composizione, riflettendo varie influenze. Continua a esplorare nuove modalità di espressione, sfidando i confini tra le arti visive e sonore.

Human Moods – L’opera di Milena Pagliari

Il progetto studia vari stati emotivi sotto forma di colori e avatar realizzati tramite l’IA. Con il programma METAHUMAN sono stati creati 3 avatar con tratti distinti. Ogni personaggio ha associato una propria tabella colori, riguardante le emozioni principali, una scheda riconoscitiva, un QR code che permette la visione di un proprio badge personale. Infine, viene realizzato un video che racchiude le azioni comuni degli avatar, accompagnati da voci umane che danno vita ai propri pensieri interni.

Milena Pagliari

Milena Pagliari nasce a Brescia il 24 luglio 2001. Sin da bambina abbraccia il mondo dell’arte, con la quale esprime la sua creatività portando su carta il suo modo di comunicare. Diplomata all’ IIS Mariano Fortuny (Bs), nel 2020 si iscrive all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia, con specializzazione in Pittura. Da quel momento entra in forte contatto con l’arte, approfondendo e scoprendo nuove tecniche e nuovi materiali e conoscendo le varie forme e strade artistiche.

Il Deserto Rosso – L’opera di Nicola Crescini

Per questo progetto ho preso spunto da un film di Michelangelo Antonioni, “il deserto rosso”, del 1964 con Monica Vitti. Attraverso il colore il regista rappresenta la vita di Giuliana, la protagonista. Le cinque prove di colore per esempio rappresentano il negozio che la donna vorrebbe aprire e, quindi, un ipotetico simbolo di speranza per lei e per la sua malattia. Il bianco simboleggia il vuoto che lei prova soprattutto nei momenti più acuti della sua depressione, il rosa raffigura come lei immagina il mondo nei momenti più felici e leggeri, in questo caso dopo un momento di intimità, infine il giallo raffigura l’ inquinamento ambientale del contesto in cui lei vive (in antitesi col verde acceso del suo cappotto).

Ho sovrapposto alcune scene del film, per me più significative, con opere in gesso su tela realizzate da me.

Nicola Crescini

Mi chiamo Nicola, ho 22 anni e sono di Brescia. Fin da piccolo ho coltivato la passione per l’arte, soprattutto per il disegno e la pittura. Sono iscritto al terzo anno del corso di pittura presso l’Accademia SantaGiulia di Brescia. Dal punto di vista artistico creo opere ricche di dettagli, dalla composizione classica e armonica, ma sempre con qualche elemento particolare. Da quest’anno ho cominciato a realizzare alcune opere in digitale, anche grazie al corso di elaborazione digitale dell’immagine.

Oltre a questa ho partecipato ad altre due mostre di Anatomia artistica.

 Pas mal pour des mondines! – L’opera di Nicole Tassani

Dalla raccolta Travail aux champs, Pas mal pour des mondines! L’opera è considerata da un lato come una denuncia contro i lavori forzati che le mondine svolgevano nei campi lontane da casa e dall’altro riporta in vita le tradizioni contadine, che da sempre caratterizzano il mio passato e riportano alla mente la mia provenienza e il paese in cui vivo. Inoltre, il titolo vuol essere una frase intimidatoria ma anche incoraggiante per le donne a farsi valere, a non arrendersi di fronte ad un mondo che non le valorizza dal punto di vista lavorativo e sociale.

Nicole Tassani

Nicole Tassani nasce a Desenzano Del Garda, in provincia di Brescia. Frequenta il Liceo Girolamo Bagatta a indirizzo Linguistico. Nicole si interessa al mondo del tatuaggio e del disegno fin da piccola ed è questa la ragione che la spingerà ad iscriversi all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia, scegliendo il corso di Pittura, dove scoprirà i colori ad olio e inizierà a dipingere sperimentando varie tematiche, come quella del tempo.

La Pecora, la Mucca e la Capra in Società con il Leone – L’opera di Paolo Rampulla

In seguito alla lettura di una raccolta di favole di Jean de la Fontaine, ho compreso l’ottimo connubio fra la breve narrazione di queste storie e la consegna del professore. Finita la riscrittura del testo, ho preparato lo storyboard a matita, per sviluppare l’idea generale. Infatti, nonostante molti elementi rimangano uguali nel risultato finale, ho effettuato varie modifiche durante il processo. Ad esempio, all’inizio pensavo di utilizzare dei bastoncini per muovere i personaggi. Dopo aver realizzato le illustrazioni necessarie, ho sistemato su un tavolo da lavoro dei supporti improvvisati per poter reggere il telefono. È seguita poi la registrazione dei disegni in movimento. Infine, ho montato su un programma il video, ritagliando la lunghezza, cambiando i parametri del colore e aggiungendo gli effetti sonori e la voce narrante.

DESCRIZIONE E FONTE

Un trio di animali decide di unirsi con il signor leone per poter procacciare del cibo. Da questa favola, narrata muovendo illustrazioni di carta bianche e nere, si vedrà cosa accade col fidarsi dei potenti e gli arroganti.

“Il leone e l’onagro” di Esopo, “Vacca et cappella, ovis et leo” di Fedro, “La génisse, la chèvre, et la brebis en société avec le lion” di Jean de La Fontaine, traduzione di quest’ultima di Emilio De Marchi, rielaborazione del sottoscritto.

TESTO

Si narra che una volta strinsero comunella:

La pecora, la mucca e la capra loro sorella.

Con il gran signor del luogo, messer leone.

A una semplice e onesta condizione:

Che ognuno i danni e gli utili mettesse.

Ben stabiliti i patti avvenne un giorno che nella fossa cadesse,

Un cerbiatto. Durante il turno della capretta,

Che svelta chiama i suoi compagni in fretta.

Giunto il leone esclama “Faremo quattro parti.”

E pronto con l’artiglio straccia la bestia in quarti.

La prima lui se la prende, e ciò per il motivo

Che egli è stato il membro più attivo

“La seconda…” aggiunge “ancora mi aspetta in sorte.

Perché fra noi son io il più forte.

 La terza me la piglio perché… perché son signor leone.

E se per l’ultima osate contrastare la mia decisione,

Vi divoro in un sol boccone.”

Paolo Rampulla

Dopo il triennio di arti figurative, svolto all’istituto Tartaglia-Olivieri, Paolo ha deciso di proseguire gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia nel corso di Pittura. Si focalizza sulla pittura e l’illustrazione ed apprezza favole, fiabe e giochi di parole. Le prime in particolare, poiché riescono ad esprimere morali e vizi dell’uomo, senza aver necessità di alcuna struttura complessa.

Congiunzione – L’opera di Sophie Glisenti

L’opera nasce da una serie di acquarelli diversi tra loro realizzati su carta cotone. Attraverso questi si vuole esaltare la componente giocosa e colorata dell’opera d’arte, che diventa un inno alla creazione fanciullesca dell’opera stessa. L’artista mostra due corpi estranei, sovrapposti tra di loro che cercano di congiungersi invano. I corpi, nonostante le diversità, hanno qualcosa in comune: l’insieme di punti che si dilatano, si tirano e cercano di conquistare lo spazio mutando costantemente.

Sophie Glisenti

Sophie Glisenti nasce a Brescia il 22 marzo 2002 e vive in provincia di Brescia. Dopo aver frequentato le medie nel paese natale, dove ha sviluppato l’amore per il disegno, frequenta il liceo artistico Olivieri a Brescia. Durante i primi anni di liceo vive delle esperienze che la segneranno per tutta la vita e porteranno l’artista ad affrontare le prime vere lotte con il suo Io, permettendole però di iniziare la ricerca verso le emozioni che turbano l’animo umano e che determinano l’uomo.

Autoritratti Invasi – L’opera di Stefania Borroni

L’opera è composta da una serie di vasi biomorfi. Pur essendo astratti, evocano o fanno riferimento a forme reali ed in questo caso sono autoritratti dell’artista.

La scultrice, infatti, ha dato vita digitalmente ad una successione di forme, da considerare come frammenti di momenti diversi, che si uniscono per ricomporre l’anima in tante sfaccettature. 

Ciascuno di noi racchiude in sé tanti elementi, anche contrastanti tra di loro, che formano poi l’unicità della persona, irripetibile e sacra.

Stefania Borroni

Stefania Borroni è un’artista italo-cubana, 2000.

Nel 2023 si laurea in Scultura, presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia.

Lavora con la ceramica. Esplora le linee tra scultura, artigianato e design. Da ogni ramo cerca ciò che può essere necessario alla propria crescita. La ricerca ruota intorno a temi personali (i rapporti familiari, la definizione di sé) e a temi in linea con la contemporaneità e le complessità che essa racchiude (per unire arte e realtà con opere accessibili).

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